Gucci debutta nel mercato dei gioielli di lusso

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La prossima estate, tra giugno e luglio, Gucci farà il suo ingresso nel mercato della gioielleria di lusso. Lo ha dichiarato a Le Figaro François-Henri Pinault, CEO del gruppo Kering, precisando che la linea sarà composta da 200 pezzi, arricchita da numerose pietre preziose colorate e prodotta interamente in Italia. L’obiettivo del gruppo francese, inoltre, è di utilizzare, entro due anni, oro proveniente da giacimenti al 100% sostenibili.

Il colosso parigino controlla già le maison Boucheron e Pomellato e, con il debutto di Gucci, conferma il proprio interesse verso il segmento dei preziosi. “L’universo estremamente ricco e molto particolare di Alessandro Michele oggi vi si presta. Le parure che sta creando per Gucci si assicureranno un loro posto sul mercato in modo naturale”, continua Pinault.

Il terzo trimestre di esercizio si è concluso in modo positivo per la maison guidata da Marco Bizzarri, che ha sfiorato un +35% e un giro d’affari di 2 miliardi di euro e ha trainato la performance del gruppo (+27,6% e 3,4 miliardi di euro). Il buon risultato di Gucci è seguito dal +16,5% di Yves Saint Laurent (446,9 milioni) ed ha contribuito ad una crescita del 27,1% del giro d’affari di Kering (9,8 miliardi di euro) nei primi 9 mesi del 2018.

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Stealth Day 2019 – Designing Fashion Future

Reshoring e internazionalizzazione: così le eccellenze italiane tessono il futuro della moda in Italia e nel mondo.

21 febbraio 2019, Spazio Eventiquattro di Milano. Fissato l’appuntamento per lo Stealth Day, l’annuale evento dedicato alla Community Stealth, sempre alla ricerca di nuove idee per continuare a tessere il futuro della moda in Italia e nel mondo.

Tra mercati globali, millennials, nuove sfide dei retailers e dell’omnichannel, i brand della moda sono costretti a reinventarsi e ad evolvere nel tempo. Ma, cambiando, come possono continuare a rappresentare la propria identità?

Alcuni grandi brand della moda affrontano l’evoluzione accostando sensazioni, stili, media, stoffe, racconti del prima e del dopo. Come si può coniugare la crescita trasversale dall’Italia al mondo intero?

Dedagroup Stealth supporta così i propri clienti del settore della moda, affiancando le aziende italiane nei loro progetti di crescita, nel nostro paese e nel mondo. Costruisce nuove reti di partnership per diventare più grande, solida e affidabile. Si avvicina sempre di più alle esigenze dei clienti in questo modo, aprendo, integrando e trasformando Stealth, the Fashion Platform.

In che modo occorre trasformare i processi con cui il settore del fashion realizza la commistione tradizione e evoluzione? Come si possono coniugare presente e futuro, marchi di fabbrica storici e traiettorie di sviluppo futuro?

Sono questi i temi che verranno affrontati durante lo Stealth Day 2019.

L’evento è privato e si può accedere solo su invito

Agenda

Il programma è in fase di definizione, i titoli e l’ordine degli interventi potrebbero subire delle modifiche.

Designing Fashion Future: scenari evolutivi, testimonianze, approcci per comprendere la Moda. Tra oggi e domani
  • 9:00 - Registrazione e Welcome Coffee
  • 10:00 - Tessere il futuro
  • Mimmo Solida - CEO, Dedagroup Stealth
  • 10:15 - Roma, Firenze, i marketplace globali
  • Frederic Munoz, COO, Fendi
  • 10:35 - Tessere maglie globali: da Carpi con amore
  • Federico Tamburini, Organization Director - Logistics, BPM e IT, Twinset
  • 10:55 - La manifattura tra reshoring e mercati globali
  • Anusha Couttigane - Principal Fashion Analyst, Kantar Consulting
  • 11:40 - Scarpe italiane, passo globale
  • Luca Tonello, Sales & Channel Director, Dedagroup Stealth
  • 12:10 - Il Made in Italy software: fare eccellenza in Italia e nel mondo
  • Gianni Camisa, CEO, Dedagroup
  • 12:30 - Pranzo placé
  • Posti limitati
Una piattaforma per continuare a crescere, in Italia e nel mondo: un pomeriggio di approfondimenti sulla Stealth Platform
  • 14:30 - Stealth Lean Controlling
  • Michele Lotto, Presales Manager, Dedagroup Stealth
  • 15:00 - Stealth GO! Lo Stealth prêt-à-porter
  • Fabrizio Paltrinieri, Business Developer, Dedagroup Stealth
  • 15:10 - Come creare in azienda un circolo virtuoso fra Dati, Conoscenza e Azione
  • Alessandro Pasqua, COO, Data Life
  • 15:20 - La tecnologia RFID, formidabile abilitatore per la moda dei Millennials
  • Arcangelo D'Onofrio, CEO, Temera
  • 15:30 - Seamless Store Experience: qualità e tracciabilità del Back Office di Negozio, in pochi click
  • Ilaria Solida, Senior Enterprise Solution Consultant, Dedagroup Stealth
  • 15:40 - Gli strumenti alla base di una strategia Omnichannel efficace: S-Orchestrator
  • Marco Cecchi, Business Analyst, Dedagroup Stealth
  • 15:50 - Ovunque nel mondo: i passi e le best practices per potenziare il processo di localizzazione
  • Barbara Giudici, Consultant, Dedagroup Stealth
  • 16:00 - Il Cloud Enterprise per le soluzioni applicative in ambito fashion aperte all'innovazione
  • Angelo Seminati, Middleware Business Development Manager, Oracle Italia
  • 16:10 - I laboratori vanno in Cloud, la scelta strategica ideale per semplificare la collaborazione nella produzione distribuita
  • Fernando Garcia, Information System Project Manager, Dedagroup Stealth
  • 16:20 - Un approccio visuale all'analisi e controllo dell'efficienza operativa
  • Paolo Sarinelli, Market Line Manager, Dedagroup Stealth
  • 16:30 - Networking coffee e saluti

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Moda e ambiente: la trasformazione digitale

Intelligenza artificiale e realtà aumentata rivoluzioneranno la moda e il lusso, aiutando anche l’ambiente.

Di Andrea Daniele Signorelli

Le nuove tecnologie hanno ormai rivoluzionato moltissimi settori. Il mondo della moda, però, sembrava essere rimasto più tradizionale, incentrato più sulla creatività degli stilisti e sulla personalizzazione dei prodotti, piuttosto che sull’utilizzo degli algoritmi.

La situazione attuale, però, non conferma le previsioni. Durante il convegno Digital Difference in Luxury Good, organizzato da Microsoft a Parigi, infatti, si è parlato di intelligenza artificiale e di altre innovazioni digitali che hanno fatto il loro ingresso anche in questo settore. Katharina Vandamme-Eyebesfeld, fondatrice della start-up Becoco, ha rassicurato sul fatto che la tecnologia non andrà a rimpiazzare l’uomo: “Solo gli stilisti conoscono il DNA di un marchio e cosa può avere successo o meno. Nel mondo della moda, dove conta più di ogni altra cosa l’intuizione e la creatività, la tecnologia può essere solo di supporto”.

Secondo Becoco, l’intelligenza artificiale può servire a risolvere un problema che ha grande impatto economico, ma anche ambientale: gli sprechi costituiti dai resi degli acquisti online. In che modo? Aumentando la soddisfazione del cliente. “Solo il 3% degli abiti disponibili su un sito di e-commerce si può adattare alle forme di ogni donna. È per questo che abbiamo creato un algoritmo di machine learning integrabile su ogni piattaforma e che, attraverso domande semplici e intuitive, è in grado di selezionare i capi più adatti al singolo utente”. Questa tecnologia, quindi, andrebbe a ridurre l’altissima percentuale (70%) di vestiti ordinati online, che vengono poi restituiti e che, spesso, non possono essere rimessi in vendita.

Anche un’altra start-up, EON, vede la tecnologia come ottimo strumento per la salvaguardia dell’ambiente in un settore, ad oggi, estremamente inquinante. “Ogni anno, il 90% dei tessuti con cui vengono prodotti 150 miliardi di capi finisce in discarica. Integrando le etichette per l’identificazione digitale (RFID) direttamente nei tessuti, è possibile tenere sempre traccia dei materiali con cui sono fatti i vestiti; aumentando drasticamente la percentuale di capi riciclati e permettendo anche a questo settore di sfruttare i benefici dell’economia circolare”, spiega la fondatrice di EON Natasha Franck.

“È il comportamento dei consumatori a dettare come deve agire chi opera nel nostro settore”, così Edoardo Zegna, responsabile dell’omnichannel marketing di Ermenegildo Zegna, spiega perché il marchio è stato tra i primi a sbarcare in tutte le piattaforme digitali cinesi di commercio elettronico. “Il digitale è presente in ogni aspetto della vita dei consumatori, e noi dobbiamo farci trovare dove i clienti sono”.

Quali sono le previsioni per il futuro? “Nel giro di dieci anni, le persone passeranno moltissimo tempo indossando i visori per la realtà aumentata; questo avrà un impatto anche sul mondo della moda”, afferma Matthew Drinkwater, il responsabile dell’innovazione del London College of Fashion. Ma la tecnologia della realtà aumentata, probabilmente, non sarà utilizzata solo per permettere ai consumatori di visualizzare i modelli 3D dei vestiti direttamente da casa o per vederli indossati da un avatar virtuale. Drinkwater ricorda il successo dei vestiti virtuali per gli avatar nei videogiochi, quindi perché non immaginare un futuro in cui potremo indossare abiti digitali che soltanto chi userà un visore potrà vedere?

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Il mercato del lusso nel 2025: previsioni di Bain & Company

By Guest Author

Secondo le previsioni di Bain & Company, società di consulenza strategica, il mercato dei beni di lusso per la persona dovrebbe registrare un tasso di crescita medio annuo intorno al 3% da quest’anno al 2025, arrivando a raggiungere un valore compreso tra 320 e 365 miliardi di euro (partendo dai 254 del 2017). I dati sul settore, che comprende abbigliamento, accessori, gioielli, orologi, cosmesi, fragranze e arte della tavola, sono stati annunciati lo scorso 15 novembre, in occasione del 17° appuntamento con l’Osservatorio Altagamma, dalla partner della società di consulenza Claudia D’Arpizio.

La stima per il 2018 è di raggiungere i 260 miliardi di euro per il mercato dei personal luxury goods e 1,2 trilioni per tutto il settore del lusso (incluse anche auto, HoReCa, vini e liquori, gourmet food, arte, design, jet, yacht e crociere) con un tasso di crescita che potrebbe arrivare fino al 6%.

L’Altagamma Worldwide Luxury Market Monitor ha individuato anche altre tendenze per il lusso “personale”. Il mercato sarà più digitale: nel 2017 solo il 9% delle vendite avveniva online, per il 2018 è prevista una crescita di un punto percentuale, ma entro il 2025 si raggiungerà il 25%. Questo porterà ad un radicale cambiamento del ruolo dello store fisico, da semplice punto vendita a luogo dove il brand potrà raccontarsi. I social media agiranno sempre più da influenzatori e si avvarranno delle più recenti innovazioni tecnologiche (realtà virtuale, Internet of Things, mobile payment, gestione smart del magazzino e della supply chain).

Il mercato del lusso per la persona non sarà solo più digitale entro il 2025, ma anche più giovane. I Millennials passeranno dal 30% del 2017 al 45%, la generazione Z (ossia i nati tra il 1997 e il 2010) dal 2 al 10%, raggiungendo un valore di 65-110 miliardi di euro.

Bain & Company prevede anche un mercato più inclusivo, con prodotti che tengano conto delle diversità culturali e religiose, ma in cui ci sarà spazio anche per i prodotti “monographic”, cioè brand che vendono eccellenza e servizi esclusivi. Infine, a livello geografico, si prevede un aumento dei consumi in Cina (che passa dall’8 al 22% del mercato) e una diminuzione in Europa (dal 33 al 25%). Crescerà il numero di consumatori asiatici (principalmente cinesi), con la sola eccezione dei giapponesi.

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Massimo Zanetti sceglie il cloud di Oracle

Di Simona Menghini

Il caffè è, senza dubbio, uno dei simboli dell’Italia; commercializzato in tutto il mondo, rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy. Tra queste possiamo menzionare Massimo Zanetti Beverage Group (MZBG), proprietario di oltre 40 brand globali, che ogni giorno serve 43 milioni di caffè al mondo.

Globalizzazione e trasformazione digitale hanno spinto Zanetti a rispondere alle moderne sfide spostando tutti i suoi marchi nella “nuvola”. Così ne ha affidato la gestione alle soluzioni ERP Cloud di Oracle.

MZBG, quotata in Borsa e con quasi un miliardo di ricavi nel 2017, vende i propri prodotti in più di 110 Paesi (molto forte in Europa e Stati Uniti, ma in significativa crescita anche nell’area APAC). Il gruppo presidia l’intera catena del valore del caffè tostato, dall’approvvigionamento della materia prima alla commercializzazione. Commercializzazione che avviene attraverso una rete di oltre 50 società e le catene internazionali della grande distribuzione, a cui si aggiungono caffetterie in franchising in continua espansione.

La scelta di un ERP cloud è stata dettata dal desiderio di promuovere un cambiamento culturale globale semplificando i processi, ora uniti sotto un’unica soluzione. La creazione di un linguaggio comune per tutte le società porterà all’evoluzione del Gruppo, semplificando e velocizzando il processo decisionale.

“La soluzione Cloud di Oracle porta una serie di vantaggi che semplificano la gestione, riducono i costi e ci permettono di essere sempre aggiornati all’ultima versione della tecnologia – afferma Massimo Zuffi, CIO e Controller del Gruppo MZBG – Senza contare che l’adozione di tecnologie d’avanguardia come quelle di Oracle stimolerà di certo l’innovazione in tutte le aree.”

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Proxima Smart City: la città intelligente del futuro

Di Simona Menghini

Ad ottobre al Maker Faire di Roma e al MiCo di Milano all’Oracle Cloud Day del 22 novembre è stata presentata la smart city del futuro. Ma com’è questa città intelligente? Sicuramente in grado di rispondere al meglio alle esigenze del cittadino.

In attesa che le nostre città diventino delle vere e proprie smart city, Oracle ha ideato e realizzato Proxima Smart City, il modello di città intelligente di nuova generazione presentato a Roma e Milano.

Il progetto è stato realizzato in Lego, cablato e connesso con sensori e gateway open source (Arduino, Raspberry PI), collegato ai servizi cloud di Oracle. Proxima Smart City, però, non è soltanto un modello da esposizione, ma anche una vera e propria piattaforma tecnologica aperta e autonoma su cui è possibile realizzare servizi innovativi.

Il protagonista della demo è un piccolo robot che ci mostra come migliorerà la vita del cittadino della smart city del futuro; da quando esce per andare al lavoro fino a quando fa ritorno a casa, avrà a disposizione:

  • - un Digital Assistant che indica la disponibilità di parcheggio (si interroga un’applicazione basata sulla tecnologia machine learning)
  • - sistemi di computer vision che aumentano la sicurezza
  • - strumenti per monitorare i parametri ambientali e gestire in modo più efficace il ritiro dei rifiuti
  • - sensori per regolare l’illuminazione stradale al passaggio delle vetture
  • - applicazioni per ottenere informazioni su turismo, commercio e trasporti

Tutti questi servizi sono erogati attraverso una piattaforma cloud autonoma, capace di apprendere, autogestirsi e auto ripararsi grazie all’IA e al machine learning. Questa città intelligente, però, è solo in parte futuristica perché, basandosi su casi d’uso reali, è realizzabile già oggi e ci dimostra quanto il futuro sia vicino, anzi, dietro l’angolo.

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OracleNext: facilitare l’adozione del cloud

La maggior parte dei dati e delle applicazioni aziendali finirà nel cloud, secondo le previsioni, ma questo passaggio è ancora all’inizio. Si stima che soltanto tra il 15 e il 30% del carico di lavoro sia già migrato dai data center interni al cloud. Questo significa che il lavoro da fare è ancora molto.

Il cloud di seconda generazione di Oracle è stato pensato proprio per rendere più facile e sicuro lo spostamento di quei carichi di lavoro importanti e complessi verso un cloud che è ben preparato a riceverli ed utilizzarli.

Nel nuovo podcast di OracleNext, Kyle York, Vicepresidente della strategia di prodotto per Oracle Cloud Infrastructure, tratta una serie di argomenti caldi insieme a Michael Hickins e Barb Darrow. Eccone alcuni:

  • - Perché le aziende hanno bisogno di un cloud pubblico apposito per le complesse applicazioni basate su database alle quali si affidano per crescere. Questi carichi vengono chiamati “mission critical” per un motivo.
  • - Le conseguenze dell’integrazione di Internet nell’infrastruttura aziendale.
  • - I dati sono una risorsa aziendale molto importante, quindi il modo in cui si proteggono, archiviano e analizzano diventa una delle preoccupazioni maggiori in qualsiasi piano di migrazione al cloud. I cloud “on-demand” potrebbero non essere l’opzione migliore per gestire questa risorsa all’inizio.
  • - Molte minacce alla sicurezza informatica sono causate da attori nocivi, ma molte derivano anche dalla volatilità del sistema su Internet, a volte dovuta a infrastrutture difettose. Indipendentemente dalla fonte delle minacce, comunque, la sicurezza deve essere estesa dai sistemi centralizzati fino ai margini di una rete in continua crescita.

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Intelligenza artificiale: le risorse umane guidano il cambiamento

By Guest Author

L’intelligenza artificiale può portare benefici anche alle risorse umane, ma in che misura? Le occasioni in cui può agire sono diverse: può migliorare la produttività dei dipendenti, può aiutarli ad incrementare le proprie competenze o aumentare la soddisfazione sul lavoro, consentendo al team delle risorse umane di svolgere un ruolo più strategico all’interno dell’azienda.

“Il cambiamento è l’unica costante” è un luogo comune che si sente ripetere da anni ma rimane sempre valido nel business; quando si parla di tecnologia, la velocità aumenta a dismisura e l’intelligenza artificiale non fa differenza. Come per qualunque tecnologia, anche l’IA deve essere padroneggiata per apportare benefici e la divisione HR è in una posizione perfetta per fare da esempio e guidare il cambiamento.

Un primo esempio lo abbiamo grazie ai chatbot; integrandoli con la nostra base dati e supportati da una intelligenza artificiale, possono essere strategici nel setacciare il mercato alla ricerca di nuovi talenti all’interno o all’esterno di un’azienda, come anche aiutarci a gestire l’enorme mole di dati che si genera durante una selezione dei candidati. Grazie all’intelligenza artificiale, infine, già oggi è possibile automatizzare alcune parti dei programmi di formazione, personalizzandoli al particolare percorso professionale di un dipendente.

Ad aprile 2018 Oracle ha, insieme a Future Workplace, intervistato più di 1.300 dipendenti e responsabili delle risorse umane di tutto il mondo per scoprire cosa pensano dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale sul posto di lavoro. Ecco alcuni degli spunti più significativi che sono stati evidenziati dallo studio “AI at Work”:

  • - Sbilanciamento tra vita privata e lavorativa: il 70% degli intervistati usa l’AI nella vita privata (intrattenimento, trasporti, attività finanziaria, relazioni interpersonali), ma solo il 24% la utilizza anche al lavoro.
  • - Scarso risultato dell’HR: il 93% dei dipendenti si farebbe guidare da robot o da una AI, ma solo il 6% dei responsabili delle risorse umane usa attivamente l’intelligenza artificiale.
  • - Implicazioni sulla carriera: la maggioranza degli intervistati (il 79% dei responsabili e il 60% dei dipendenti) crede che la mancata adozione dell’AI possa avere un impatto negativo sulla propria carriera e sull’azienda.
  • - Ostacoli: secondo gli intervistati, il primo vero problema è rappresentato dal costo (74%); a seguire le preoccupazioni per eventuali impatti tecnologici (69%) e i rischi per la sicurezza (56%).
  • - Bisogno di una formazione: 9 responsabili su 10 sono preoccupati di non essere in grado di adattarsi ad una rapida adozione dell’AI come parte del loro lavoro. Il 72% di essi afferma che la propria azienda non offra nessun tipo di formazione su questo strumento.

Oracle ti può supportare mettendo in campo soluzioni che prevedono l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, ma fai in modo che sia il team delle risorse umane a guidare il cambiamento nella tua azienda. Come può farlo? Ecco alcuni possibili passi da seguire:

  • - creare e mantenere una visione completa dei dati dei dipendenti dell’azienda;
  • - iniziare con semplici compiti di intelligenza assistita; i chatbot che rispondono più velocemente alle richieste possono rappresentare un rapido guadagno;
  • - passare all’utilizzo dell’intelligenza artificiale dopo aver raggiunto il giusto livello di competenza.

Trussardi si affida a Stealth per una strategia omnichannel

By Guest Author

Trussardi, famosa casa di moda italiana, ha scelto di affidarsi a Dedagroup Stealth, società dedicata al settore del fashion e del luxury retail, per il passaggio da un modello di business wholesale ad uno omnichannel. Il progetto, che prevede il controllo di tutta la filiera del prodotto, è partito già nel 2017, ma raggiunge la piena operatività nella stagione autunno/inverno di quest’anno. Il gruppo ha adottato la piattaforma Stealth per i processi di produzione e logistica ed ha scelto di aggiungere Stealth Retail per la gestione di distribuzione, organizzazione degli ordini e integrazione con i sistemi POS dei punti vendita.

Il direttore generale di Trussardi, Massimo Dell’Acqua, commenta così la decisione del gruppo:

“In Dedagroup Stealth è racchiuso un bagaglio di esperienze e conoscenze sulla produzione e sulla gestione del fashion che non ha uguali e rende Stealth la soluzione ideale sia dal punto di vista del software che delle persone.”

dedagroup Stealth Fashion Retail

Luca Tonello, sales manager di Dedagroup Stealth, ha spiegato che Trussardi ha ora la possibilità di gestire l’intera filiera del prodotto, avendo tutti i processi integrati su un’unica piattaforma, e controllare sia la fabbrica che tutti i punti vendita. “La trasformazione strutturale e organizzativa di Trussardi coinvolge tutte le aree del business del gruppo. Era quindi essenziale raggiungere gli obiettivi di efficienza e competitività, in un momento in cui il mercato della moda richiede un’immagine più coerente, prodotti eccellenti e riconoscibili, qualità e velocità di esecuzione e strategie di go-to-market più rapide.”

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